Nicola Pucci “Circle Time”

Immagine: 
16/12/2008 - 06/01/2009
Museo Carlo Bilotti Aranciera di Villa Borghese

Presso le sale espositive dedicate alle mostre temporanee del Museo Carlo Bilotti all' Aranciera di Villa Borghese, è ospitata la prima personale in un museo italiano di Nicola Pucci, curata da Giusi Diana.

L'artista siciliano di nascita (Palermo 1966), non molto noto in Italia- ha infatti esposto finora prevalentemente all'estero- era legato attraverso un rapporto di stima reciproca e amicizia a Carlo Bilotti (che fu suo committente), entrando a far parte della sua collezione.
La mostra dal titolo Circle Time (dal metodo di discussione utilizzato in pedagogia per creare un clima di collaborazione e di amicizia nell’ambito di un piccolo gruppo di persone) presenta attraverso 20 dipinti di grande formato realizzati tra il 2000 e il 2008, con la tecnica dell'olio su tela o su alluminio, l’ironica e allucinata visione dell’artista che si condensa in potenti immagini dalla grazia ironica e dalla sontuosità cromatica memore della grande lezione della pittura europea (da Caravaggio a Bacon, a Freud), in coraggioso dialogo con la coscienza critica dell'uomo contemporaneo.

Il percorso di ricerca portato avanti coerentemente da Pucci dalla fine degli anni '80 ruota attorno a tre nuclei tematici, corrispondenti alle tre sezioni della mostra: I Circoli, gli Incontri e gli Scontri, di cui fa parte la serie delle Fusioni.

Nel primo ciclo la rappresentazione pittorica di un gruppo di figure umane disposte in cerchio secondo un ordinamento centrifugo, colte in un atteggiamento solo in apparenza comunicativo evoca il malessere connesso a dinamiche di interelazione sociale, autistiche e spersonalizzanti, in una perdita progressiva dello specifico identitario, caratteristiche della società contemporanea; mentre la serie Scontri giocata sull'opposizione di volti umani che assumono atteggiamenti di latente aggressività mutuati dal mondo animale è rappresentata dalle “Fusioni”. Si tratta di ritratti realizzati adoperando una tecnica particolare che consiste nel dipingere due opere distinte ma complementari, due versioni dello stesso soggetto, o di due soggetti diversi, colti in diverse espressioni fisiognomiche; tagliate a strisce sottili, e ricomposte in una una nuova inquietante unità identitaria.

Il risultato per l’effetto retinico che produce appare vicino ai procedimenti della Op Art, mentre la duplicità insita in questo genere di immagine rimanda a riflessioni psicanalitiche.

A questa tipologia di opere appartiene anche il ritratto della baronessa Edvige Bilotti Miceli di Serradileo, madre di Carlo Bilotti, commissionato a Pucci dallo stesso collezionista, cui il Museo è intitolato.

Se la figura umana compare realisticamente nell'opera di Pucci attraverso ritratti dall’eccitata fisiognomica, o in levigati e carnali nudi femminili, l’elemento perturbante è affidato nei suoi dipinti alla presenza incongrua, all’interno del consesso degli uomini, di animali-totem, sorta di mostruosa, ma bonaria apparizione di esseri a metà tra il bestiale e il divino. E’ questo il tema iconografico sviluppato nella più grande sezione della mostra, intitolata Incontri.

Nel grande dittico “Donna con galli”, l’evento epifanico: due giganteschi galli che si materializzano tra i marmi barocchi di una chiesa, coglie di sorpresa una giovane donna inginocchiata in preghiera. La presenza del gallo vero e proprio animale-feticcio prosegue poi in altre opere come in “bambino e gallo”, e "Uomo gallo".

"Bisogna osservare come gli animali in queste composizioni, nonostante le proporzioni gigantesche, non hanno alcunché di minaccioso, anzi sembrano esercitare una sorta di benevola protezione sull’individuo, in un ruolo simile a quello dell’angelo custode della tradizione cristiana. In realtà queste immagini che si connotano per l’estrema attualità dei soggetti, sono trattate, talvolta con ironia, alla stregua delle tante apparizioni del sacro che costellano la storia della pittura religiosa europea in particolare tra Seicento e Settecento: visioni di santi e martiri, angeli annuncianti, sacre conversazioni, nozze mistiche, sante in estasi, assunzioni in cielo etc. il cui unico scopo era quello di suscitare meraviglia e commozione". (Giusi Diana dal testo di presentazione). Ecco allora che “Donna con galli” può anche essere letta come una panteistica annunciazione dei nostri giorni, e “Bambino con leoni” come una sacra conversazione contemporanea.

Informazioni

Luogo
Museo Carlo Bilotti Aranciera di Villa Borghese
Orario

da martedì a domenica 09,00 -19,00
24 e 31 dicembre 9,00 – 14,00

Informazioni

060608 tutti i giorni dalle 9.00 alle 22.30

Tipo
Evento
Sito Web
Curatore
Giusi Diana

Sala stampa

Data conferenza
16/12/2008 - 19:00

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