Collezione

Giorgio de Chirico, Orfeo Solitario, 1973

La collezione permanente del Museo si è costituita in seguito alla donazione dell’imprenditore Carlo Bilotti al Comune di Roma di 23 opere tra dipinti, disegni e sculture. Il nucleo più consistente comprende 18 lavori di Giorgio de Chirico (Volos 1888-Roma 1978), di cui 17 esposti in questa sala e una scultura, Ettore e Andromaca, collocata all'esterno del Museo. Nella collezione anche tre ritratti, quello di Tina e Lisa Bilotti, 1981, di Andy Warhol, di Carlo con Dubuffet sullo sfondo, 1994, di Larry Rivers, e di Carlo e Tina Bilotti, 1968, di Mimmo Rotella. Completano il nucleo originario della collezione L’estate, 1951, di Gino Severini e il Cardinale, 1965, di Giacomo Manzù. A questo primo nucleo si sono aggiunte negli ultimi anni opere di Consagra, Dynys, Greenfield-Sanders e Pucci.

Le opere di de Chirico sono rappresentative dei soggetti più famosi prodotti dall'artista dalla seconda metà degli anni Venti agli anni Settanta. L'invenzione di temi quali gli Archeologi, i Cavalli in Riva al Mare, i Mobili nella Valle o nella Stanza, i Cavalieri o Guerrieri Antichi, risale ad un felice periodo di creatività e riconoscimento internazionale, successivo agli anni della prima Metafisica. Oltre ai soggetti sopra citati, che qui troviamo in opere magistrali quali gli Archeologi Misteriosi del 1926 e i Mobili nella Stanza del 1927, si segnalano la delicata Donna nuda di schiena (1930 circa), un ritorno, influenzato da Renoir, al genere del nudo femminile, l'Interno Metafisico con biscotti e Mistero e malinconia di una strada, repliche queste ultime, eseguite dall'artista negli anni Sessanta, di capolavori della prima Metafisica. Con le opere degli anni Cinquanta, Autoritratto con testa di Minerva, in cui de Chirico indossa un abito da pittore veneziano, e Regate storiche a Venezia, ispirato al Canaletto, l'artista proclama la necessità del recupero della tradizione pittorica italiana.

La neofuturista opera di Severini, L'estate, del 1951, costituisce un altro tassello che testimonia i diversi filoni della collezione Bilotti. La maestosa donna, i cui contorni si perdono nella struttura geometrica quasi astratta, fa parte di una serie di lavori dedicati al tema delle attività umane connesse alle stagioni, che successivamente l'artista rielaborò per il Palazzo dei Congressi all'Eur a Roma. 

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